Il mio tempo libero ed il senso della vita

Prosegue la nostra iniziativa di fare conoscere e raccontare di S.O.S. dando voce delle persone  che, più di chiunque altro, sono in grado di descrivere e delineare i tratti distintivi della nostra Associazione : i soci che, a vario titolo e in vari momenti attuali e passati,  dedicano volontariamente il proprio tempo alla costruzione di questo progetto umano e sociale. Oggi è la volta di Claudio Miotto, da poco entrato a far parte del gruppo di Protezione Civile. E’ la voce di una persona che ha alle spalle diversi anni di esperienza nel mondo del volontariato e ,dall’alto di questo percorso, induce delle interessanti riflessioni.

 

foto-claudio-miottoClaudio. Sei un giovane (sia anagraficamente sia come impostazione personale) neo-pensionato, che da poco ha lasciato il mondo del lavoro. Che sensazioni ti ha trasmesso questo importante passaggio della tua vita ?

Quando lavoravo ed avevo tutta la giornata impegnata, mi chiedevo spesso cosa avrei fatto quando avrei avuto molto più tempo. Sostanzialmente mi spaventava il “cosa faccio adesso ?”

 

Conoscevi già il mondo del Volontariato e dell’Associativismo in generale ?

Da 20 anni presto servizio volontario in una Associazione Scout Giovanile. Questo mi ha permesso di scoprire “gli altri”… Ho acquisito la consapevolezza che non esisto solo io e la mia famiglia, solo io ed il mio lavoro, solo io ed i miei hobbies… Mi sono reso conto che esistono altre realtà di servizio e bisogno dove una goccia più un’altra goccia e un’altra ancora possono fare un mare !!

 

Diciamo quindi che nel “cosa faccio adesso ?”  era già compreso, oltre agli impegni personali con la famiglia e i tuoi hobbies, il proseguimento della tua attività nel Gruppo Scout che, a tutti gli effetti e considerando la lunga militanza, era già parte integrante della tua vita. Ma mi sembra di capire che questo non dava tutte le risposte che la famosa domanda porta con se…….

Esatto. La mia indole mi spingeva a trovare qualcosa di nuovo, qualcosa a cui dedicare il tempo in più che mi trovavo improvvisamente a gestire.
E allora giù a capofitto a cercare altre realtà dove potessi rendermi utile, dove entrare in
sintonia con tanta altra gente che la pensa come me, dove anche la mia poca manualità potesse essere d’aiuto a qualcuno.

 

Allora via ! Alla ricerca di nuovi interessi e di nuove realtà con cui collaborare. Questo surplus di tempo libero a disposizione va impiegato…..

Detto così potrebbe fa pensare ad una ricerca quasi ansiogena di qualcosa da fare… Assolutamente no.. Preferisco definirla “ricerca ponderata”.. Perché fondamentalmente entrano in gioco due fattori di rilevante importanza e del tutto indispensabili per portare avanti un’attività che non ci fa “guadagnare niente” e che ci può, potenzialmente, impegnare molto :

 

. l’umiltà di mettersi al servizio e non voler prevaricare nessuno
. il raggiungimento di una serenità oggettiva e soggettiva che ti permette di continuare a svolgere il tuo compito..   Fondamentale in questo senso la scelta del tempo che vuoi dedicare…

 

Spiegati meglio….

Per umiltà non intendo sottomissione ma ascolto e collaborazione.
Il voler far prevalere le proprie idee e non trovare una via di mezzo con le idee di un altro è dannoso per se stessi ma soprattutto per la struttura in cui si opera e per gli altri.
Si arriverebbe al punto di uno scontro con altre persone che potrebbe degenerare in situazioni di odio, invidia e quant’altro dimenticando di essere al servizio dello stesso ideale, sotto la stessa bandiera e con lo stesso scopo.

 

Un concetto assolutamente condivisibile. Hai parlato anche di serenità…

La serenità è invece il motore che ci fa andare avanti. Spesso pecchiamo di troppo altruismo, ci diamo da fare utilizzando al massimo il nostro tempo libero e dimentichiamo che il nostro servizio, per quanto assolutamente utile e gratificante, porta via del tempo ai nostri affetti e amicizie.
Non dobbiamo annullarci ! Deve uscire anche un po’ di sano egoismo !!
Abbiamo tutti una famiglia, degli amici, degli affetti, le nostre abitudini e hobbies, non possiamo dimenticarli o farli passare in secondo piano.

 

Umiltà, serenità…… Tempo ?

Ecco quindi la necessità di trovare il giusto equilibrio tra servizio e presenza nelle realtà di cui sopra. Non esiste un buon servizio se non si parte con la serenità di sapere che nulla o poco abbiamo tolto ai nostri affetti ed abitudini.
Chi si pone a servizio degli altri non può partire con il “muso” perché magari rimproverato o ripreso per il tempo portato via a chi ci vuol bene e che ha bisogno di noi.

 

Potremmo definirlo “altruismo condito con un po’ di egoismo” ?

Non dobbiamo donare troppo agli altri ma il giusto… Solo così avremo raggiunto il vero equilibrio, la felicità interiore con la consapevolezza di aver dato tutto il possibile e niente tolto o poco a nessuno.
Solo così la nostra vita sarà felice e avrà sicuramente il senso che abbiamo voluto dargli e lo scopo di far apparire il sorriso sulle labbra di un altro sarà raggiunto.

 

Grazie Claudio ! Soprattutto per averci donato, attraverso il tuo pensiero, degli spunti di riflessione per tutti noi volontari. Un pensiero per chiudere ?

Mi piace ricordare una citazione famosa cara al mondo dello scoutismo. Che fa così :

 

“Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità degli altri”

 

E’ di Lord Baden Powell, fondatore del movimento scout.

 

BUON SERVIZIO E BUONA STRADA !

Con affetto

Claudio

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Bella, interessante e stimolante la testimonianza di Claudio. E’ il racconto di una persona che nel Volontariato ha trovato un completamento di se stesso e uno strumento per esprimere i propri valori. Bello è anche sentire come, nel tempo, abbia raggiunto un “sano equilibrio” nella gestione del proprio tempo : quello dedicato al lavoro, quello dedicato alla famiglia e quello dedicato al Volontariato. La chiave di volta sta nella parola serenità : la serenità nel fare le cose, a cui tutti tendiamo per avere qualità nella nostra vita, è ancor di più determinante nell’esistenza del volontario. Il dono agli altri è importante, il donare ti fa avere una migliore percezione di te e ti fa stare meglio nel mondo in cui vivi. L’equilibrio con cui affronti questi impegni è altrettanto determinante, perché impegni che diventano totalizzanti generano forzatamente problemi e strascichi negli altri aspetti della nostra vita.. Pensare agli altri con un occhio di riguardo a noi stessi e alle persone che ci circondano è un pizzico di sano egoismo che non danneggia l’altruismo.
Altro aspetto importante è il significato profondo della parola SERVIZIO : Claudio sottolinea “..l’umiltà di mettersi al servizio e non voler prevaricare nessuno..”  e “..il voler far prevalere le proprie idee e non trovare una via di mezzo con le idee di un altro è dannoso per se stessi ma soprattutto per la struttura in cui si opera e per gli altri..” come aspetti qualificanti e dequalificanti.
Come non essere d’accordo ? Essere al servizio significa mettere il bene comune al di sopra di tutto. Mettendo un po’ a tacere l’istinto egoico che ogni essere umano, indistintamente, ha dentro di sé… E’ il senso di bene comune che rende felici noi e procura la felicità agli altri.

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