Alle radici del SOS : intervista al Vicepresidente Pierluigi Briggi

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Allora, Piero….Da dove cominciamo…..Il SOS non è nato esattamente poco tempo fa.. E’ una storia lunga e tu ne sei una parte importante…..

Il mio ingresso al SOS è coinciso con la nascita dell’Associazione e il mio primo turno, se non ricordo male, un sabato mattina nel giugno 1990 con la mitica Fox 1. In pratica sono ormai più di vent’anni che sono al SOS.

A quel tempo ti ricordo impegnato con una passione per te molto importante. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti al SOS e al Volontariato ?

Le motivazioni sono quelle che spingono le persone a fare Volontariato, in tutti i settori…. principalmente per mettersi al servizio delle persone che hanno bisogno, dedicando un po’ del proprio tempo libero.

A proposito del tempo libero: io allora giocavo ancora a calcio, c’erano 2/3 allenamenti la settimana e la partita della domenica; al calcio vanno aggiunti gli impegni di lavoro e naturalmente la famiglia…. allora ero da poco sposato con Betty e il mio primo figlio Marco aveva poco meno di due anni, di tempo me ne rimaneva poco.

Comunque riuscivo ad incastrare tutto compresi i corsi di reclutamento prima e i turni poi.

Però sono arrivato ad un punto che onestamente era impossibile procedere. Mia moglie infatti, da persona saggia, mi ha fatto notare che a qualcosa dovevo rinunciare e giustamente aggiungo io.

Naturalmente, visto che ero oramai a fine carriera ed i giovani mi stavano rubando il posto, scelsi di appendere le scarpe e i guanti da portiere al chiodo.

Il tempo mi ha confermato che la scelta di dedicarmi completamente al Volontariato in SOS è stata azzeccatissima.

Devo dire però che molte volte il tempo che si dedica all’Associazione va oltre il limite della quota spendibile del tuo tempo libero. è per questo motivo che sostengo, come ho potuto affermare più volte in altre occasioni, che il mio fare Volontariato è anche merito della mia Famiglia e praticamente un po’ di Volontariato lo fanno anche loro.

Come è avvenuta l’incontro con il SOS ?

Nel 1990 lavoravo in manutenzione alla Caven di Lugagnano (per i più vecchi del paese l’Agripol). Tra i rappresentanti di articoli ed attrezzature industriali veniva a trovarci un certo Gigi Turrini che, per chi non lo conoscesse (dubito), è stato uno dei soci fondatori. è stato lui a parlarmene per primo, insistendo e mi ha convinto. Poi alla prima riunione per la presentazione del progetto SOS, sopra l’ex ufficio postale di Lugagnano, ho incontrato Luca Apostoli, altro socio fondatore, ed è stato subito amore…. per il SOS naturalmente !!

Certo…. Ci mancherebbe ! Betty, non ti preoccupare…. Raccontaci il tuo ieri al SOS…

Premetto che, sulla mia scheda personale di iscrizione, alla domanda “hai avuto altre esperienze in ambulanza”, ho avuto la malaugurata idea di rispondere “si a militare come autista”, con un piccolo particolare però che, durante la naja, ho guidato l’ambulanza in emergenza una sola volta, però di km ne ho fatti tanti anche al terremoto dell’Irpinia nel novembre e dicembre del 1980.

Dopo i due corsi di formazione da soccorritore mi è stato assegnato il mio primo incarico nel SOS, soccorritore e logicamente autista.

La prima uscita, la ricordo come se fosse ieri, un codice tango (ndr adesso rosso) per una caduta in motorino a S. Giorgio in Salici. Praticamente me la sono fatta sotto…..

Per fortuna si trattava di una cosa non grave. Da lì è iniziata la mia carriera al SOS. I servizi e le uscite si sono susseguiti tra eventi gravi e meno gravi, tristi e divertenti, permettendomi di fare esperienza e di riuscire a superare i momenti difficili nel servizio.

Infatti il nostro servizio purtroppo ci porta talvolta su eventi nefasti e che ti fanno meditare seriamente di abbandonare tutto. Ma per fortuna il SOS è un gruppo fantastico dal quale, nonostante gli sconforti, è difficile staccarsi.

Quasi subito mi sono avvicinato alle attività dell’allora Direttivo Costituente, e alle prime elezioni mi sono candidato e sono stato eletto.

Un ieri quindi che da subito si è trasformato in responsabilità. Senza soluzione di continuità mi pare…..

Praticamente durante gli anni sono sempre stato rieletto nel direttivo e credo, se non mi sbaglio, di essere l’unico con Alberto, ad aver fatto parte del direttivo senza interruzioni, nemmeno quando è nato il mio secondo figlio Alessandro…………..…. Sinceramente ne vado orgoglioso.

Ho ricoperto svariati ruoli, da responsabile dei materiali fino ad occuparmi della formazione come responsabile per molti anni.

Ho avuto la fortuna di essere il responsabile della formazione del SOS nel periodo in cui, insieme ad alcuni Infermieri del 118 e a Istruttori di altre Associazioni, è stato un po’ risistemato il modo di fare formazione per i Volontari, cercando di fare “rete” tra noi Associazioni e le istituzioni con lo scopo di migliorare ed unificare la preparazione dei Volontari ed in linea generale credo che ci siamo riusciti.

Se penso infatti ai corsi che ho fatto io 20 anni fa per diventare Volontario… non si possono assolutamente paragonare a quelli che si fanno adesso sia come contenuti, come ore di lezione e come esami finali

Devo però ricordare che in questa fase di cambiamento non ero solo e i meriti non sono solo miei e li devo condividere con gli altri istruttori anche con quelli che, per motivi matrimoniali e di maternità, non fanno più servizio.

20 anni… Ma non sei un pò stanco di impegno e di responsabilità ?

Col tempo anche qui al SOS, come nel calcio, i giovani giustamente si fanno sotto.

È un piacere per così dire “abdicare” a loro favore, soprattutto se sono dei validi personaggi e se dimostrano l’attaccamento alla nostra Associazione come lo abbiamo dimostrato fin qui noi “vecchietti”.

Ma, diversamente dal calcio, il SOS ti entra nella pelle e nel dna e, nonostante i giovani che incalzano, sarà difficilissimo appendere la divisa al chiodo.

Ricordaci il tuo ruolo attuale in SOS

Attualmente sono soccorritore-autista, istruttore e vicepresidente.

Servizio Operativo Sanitario…. Cosa ti dice ora questo insieme di parole ?

Ho avuto la fortuna di veder crescere la “creatura” come si dice in dialetto veronese.

L’ho vista si può dire nascere, non in sala parto ma però al nido in maternità c’ero.

L’ho accompagnata nella crescita e ho festeggiato con gli altri la sua maggiore età e i suoi 20 anni.

Come si è evoluta la nostra Associazione? Beh c’è poco da dire, penso che i risultati dicano tutto.

All’inizio dei tempi eravamo poco più di una famigliola, ci telefonavamo alle 6 del mattino per sapere chi faceva il trasporto dialisi, le risorse erano poche.

Ricordo che i primi mesi nessuno aveva la divisa personale ma ne esistevano solo 4 in sede, un va e una vien. L’ambulanza era una sola, la Fox 1 e quando doveva andare dal meccanico erano problemi seri, bisognava fare tutto entro sera quando iniziava il servizio.

Qualche aneddoto da ricordare (un pò magari anche con nostalgia)…..

Ricordo una volta che ero di turno e l’unica ambulanza non funzionava bene (problema di accensione). Erano le 8.00 di sera e telefonai all’elettrauto (Luciano) che, anche lui sempre in servizio, mi disse di andar là per un’occhiata. Giunto dall’elettrauto ci chiama la centrale per un malore a Lugagnano, fatalità a poche decine di metri dall’officina. Beh abbiamo fatto il codice tango (rosso) a piedi. Nel frattempo Luciano ha sistemato le candele della Fox 1 e la persona da soccorrere è andata regolarmente in ospedale (nulla di grave) rispettando i tempi di intervento.

In pratica avevamo quasi le così dette “pezze sul cul” (detto alla veronese).

Ora il SOS è………

Ora i tempi giustamente sono cambiati, le normative nel settore sono sempre più severe, la qualità richiesta sui servizi erogati è sempre più alta, pertanto la gestione dell’Associazione è diventata, non dico difficile, ma sicuramente impegnativa.

La nostra forza però sono le persone (Volontari, Dipendenti, Medici, Infermieri ecc.), persone che sono cresciute insieme, in simbiosi tra loro e con il SOS e, le altre figure che si sono inserite successivamente, si sono dimostrate subito molto valide e capaci e in questo ambiente non hanno fatto fatica ad integrarsi e a mettere a disposizione le proprie capacità e la propria volontà.

Secondo me questo mix ha contribuito a far crescere bene il SOS, permettendogli di adeguarsi ai tempi e alle esigenze moderne, a rispondere prontamente alle nuove richieste, a migliore in continuazione la qualità del servizio, a superare le difficoltà e gli ostacoli incontrati.

Però quello che mi è rimasto più impresso è che, nonostante sia una Associazione diventata oramai importante anche nei numeri e nelle dimensioni, il SOS è rimasto comunque come una Casa, una Famiglia, dove si sta bene e dove si ritrovano e si incontrano amici….

Momenti belli e meno belli… Cosa ti porti dentro di questa esperienza ?

In una Associazione come la nostra non ci sono solo momenti belli.

Quelli brutti sono quelli legati alla scomparsa di qualche amico o al lutto che ha colpito qualcuno del SOS o che ci ruota attorno. Brutti sono anche quelli legati a tutti quei servizi che, a distanza di anni chiudendo gli occhi, rivivo come se fossero successi un’ora fa. Purtroppo non li dimenticherò mai. Sono i servizi per incidenti stradali con vite giovani spezzate, con brutte situazioni familiari, con coinvolgimento di bambini ….

La sensazione più brutta che ho provato in vent’anni di servizio è il senso di impotenza che ti prende quando capisci che la persona che stai soccorrendo non ce la farà e ti chiedi perché, ti chiedi cosa e se si poteva fare di più. Beh cambiamo discorso ……..

Per nostra fortuna al SOS c’è stato anche un susseguirsi di bei momenti sia sentimentali come i fidanzamenti, i matrimoni e i figli, sia materiali come progetti e finanziamenti approvati, donazioni inaspettate.

Le soddisfazioni maggiori le ricevi però dalle persone e in modo speciale dai ringraziamenti di quelle a cui hai dato una mano andando loro in aiuto.

Un bellissimo recente momento è stata la festa per il Ventennale. Lì ho ricevuto una grandissima soddisfazione nel vedere cosa e chi c’è dentro ed attorno al SOS.

Insisto.. E più in particolare ?

Una cosa che porterò sempre con me è la stima e l’amicizia che respiro nei miei confronti da parte delle persone con cui mi trovo a collaborare.

Qualcuno dirà che sono un falso modesto ed egocentrico, ma in realtà volevo solo dire che finora ho avuto la fortuna di collaborare con persone squisite e che mi hanno dato una mano a guadagnarmi questa stima, quindi il merito non è mio.

In tanti anni le amicizie che ho maturato al SOS sono state tantissime, ce ne sono però, non me ne voglia nessuno, alcune speciali anche con persone che ora non fanno più servizio al SOS. Gli amici del direttivo e della commissione formazione sono fra queste. Ho avuto modo di conoscere persone speciali anche all’esterno della nostra Associazione come alcuni amici di altre Croci e del 118.

Non chiedermi i nomi…. non è giusto farli.

Abbiamo parlato di ieri e di oggi. Tanti ricordi, tante soddisfazioni, tanti incontri di cuore e di anima… Ora, da Vicepresidente e da colonna portante di SOS, parlaci della tua visione del futuro della nostra Associazione.

Come Associazione il futuro del SOS lo vedo bene perché le persone che stanno crescendo all’interno sono valide, preparate e molto volenterose.

A marzo ci saranno le elezioni del Direttivo e mi auguro vivamente che nelle nuove candidature ci siano anche dei Giovani che, con il loro entusiasmo e la loro voglia di fare, comincino a prendere in mano le redini della nostra Associazione, in modo tale da garantirle il futuro e la continuità

Non vedo bene invece il futuro in generale dell’emergenza extraospedaliera.

I continui tagli alla sanità fatti in modo indiscriminato, soprattutto là dove è più facile prelevare risorse come in quelle spettanti alle Associazioni, porteranno a rivoluzioni importanti nel modo delle Associazioni, porteranno a riduzioni delle spese non indifferenti mettendo anche in discussione, speriamo non avvenga mai, quei servizi ora nostri fiori all’occhiello.

Questo secondo me sarà la sfida che il SOS si troverà ad affrontare fin da subito, con il compito di evitare di abbassare il livello qualitativo dei servizi offerti, con decisione e senza compromessi, anche facendo scelte pesanti e se serve ridimensionando le ambizioni, il tutto con la stessa volontà e lo stesso entusiasmo che avevamo noi “vecchietti” vent’anni fa.

Il mio futuro, non voglio pensarci. Sarà comunque all’insegna del SOS con la divisa portata addosso o portata nel cuore.

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Competenza, serietà, carisma, esempio, equilibrio, saggezza, cuore… Se in SOS chiedi a qualcuno di associare un nome a queste caratteristiche non ci sono dubbi sulla risposta : Briggi Pierluigi. “Il Piero” per gli amici è la persona che sa meglio di chiunque altro condensare queste caretteristiche importanti e metterle, con discrezione, umiltà e riservatezza al servizio di SOS. La sua storia in Associazione parla da se…. Non ci sentiamo di aggiungere altro : è un onore averlo come amico e un privilegio poter disporre delle sue grandi qualità !