Alle radici del SOS : intervista a Luca Apostoli – Atto II°

 

da “Alle radici del SOS : intervista a Luca Apostoli – Atto I°”

 

Foo di Luca Apostoli 2

 

Nell’articolo precedente il nostro Luca si era lamentato di una sua foto non molto bella… Ne ho trovata una nella quale la presenza delle nostre ragazze rende l’immagine di Luca più presentabile… Trovare una sua bella foto da solo è una impresa………

 

A quando l’arrivo del medico ?

Ufficiosamente e senza soluzione di continuità, il medico in realtà c’era già. A corrente alternata, non tutte le sere. La convenzione con l’ULSS 26 non c’era ancora. I medici in servizio venivano retribuiti dall’Associazione. Il servizio veniva svolto tutte le notti e h 24 nei fine settimana. Lo stesso tipo di servizio che oggi forniamo.

 

Qualche nome ?

Paolo Bonfante (attuale direttore Sanitario di SOS,  ndr), Umberto Lamberti (socio fondatore e direttore sanitario per qualche anno, ndr), Peter Will, Irina Soletti, Urieta, Salman, Rigo, Hoousmand….

 

E poi arriva la convezione con L’ULSS 26.

Esatto. La convenzione venne firmata a Febbraio 1991, ma il medico prese servizio ufficialmente il 1 Gennaio 1991. Le prestazioni mediche finalmente venivano pagate in convenzione, così come il rimborso chilometrico riservato all’Associazione. Uno spiraglio nelle difficoltà economiche per mandare avanti la baracca…..

 

Erano periodi di vacche magre e chiari di luna presumo…..

Proprio così ! Eravamo letteralmente SENZA UNA LIRA !! Si faceva tutto in casa, come le buone massaie dei tempi andati : a partire dai corsi di formazione, erogati da chi tra di noi aveva più esperienza o una qualifica adatta (infermiere, medico), i corsi di guida tenuti da chi aveva esperienza di guida dei mezzi furgonati (che veniva dichiarato d’ufficio autista abilitato alla guida dell’ambulanza), chi era elettrotecnico si occupava della gestione dei vari presidi elettronici, chi metalmeccanico si occupava di produrre o aggiustare staffe, supporti, ecc, chi radioamatore (Giovanni Laorno ndr) si occupava delle gestione delle comunicazioni e manutenzione delle radio, chi aveva dimestichezza con ricamo e cucito (quante mamme coinvolte…. !!) sistemava le divise o riparava le borse del soccorso… I soci si autotassavano per pagare le spese più importanti del bilancio : assicurazioni e benzina…….

 

Un impegno importante e preponderante..

Assolutamente sì ! Eravamo tutti giovani e pochi avevano impegni familiari incalzanti.. Nessuno di noi era sposato o aveva figli, per cui tutto il tempo libero (e anche non…) lo gettavamo (nel vero senso della parola) nell’Associazione. Poveri ma ricchi di entusiasmo e passione ! C’era chi arrivava a farsi anche 20 turni al mese ! D’altra parte si doveva fare con quel che c’era, sia in termini di risorse umane sia in termini di risorse economiche. Per fortuna avevamo dei fornitori che avevano capito ed apprezzato il nostro progetto, per cui i pagamenti venivano pazientemente attesi fino a quando non eravamo in grado di farne fede..

 

 

Ad un certo punto è comparsa un automedica…. Da dove è spuntata ?

La Direzione sanitaria della ULSS 26 ci chiese di svolgere servizio estivo presso l’ospedale di Caprino per ampliare il servizio di emergenza nel periodo turistico.Noi ci offrimmo di mettere in piedi un servizio sperimentale per l’epoca e che stava vedendo la luce in città come Genova e Bologna: l’automedica. Il medico non prendeva più servizio in ambulanza ma sull’automedica, un mezzo molto rapido che ci permetteva di arrivare velocemente sul posto per prestare le prime cure, seguita poi dall’ambulanza più vicina al luogo per garantire il trasporto e la centralizzazione del paziente. La BMW Italia, che allora aveva sede a Sona, sensibilizzata all’iniziativa, mise a disposizione una super macchina : una 525 IX Touring station wagon a trazione integrale permanente 2500 cc di cilindrata 6 cilindri iniezione elettronica.

 

automedica-1

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Impressionante ! Fu una bella esperienza : il servizio medicalizzato diurno in quella zona, permetteva di raggiungere in tempi rapidi ampie zone di territorio, fino ad arrivare alla Lessinia e su tutta la sponda veronese del Lago di Garda. Proprio l’uso di una vettura veloce ci permetteva di ridurre i tempi di intervento e di allargare il raggio d’azione del servizio . Il concetto innovativo dell’automedica permetteva anche una ottimizzazione della risorsa medico e un abbattimento del rapporto costi per intervento.

La nostra fu una delle prime automediche in Italia dotata inoltre di uno tra i primi defibrillatori semiautomatici allora esistenti, tecnologia oggi molto diffusa con il nome di Progetto DAE.

L’anno successivo l’esperienza purtroppo si interruppe. La USSL 26 non la riteneva un servizio utile e necessario…….. Che tristezza….

 

Poi ci siamo trasferiti nei fine settimana al PS di Bussolengo…

Nell’estate del 1993 ci venne richiesto di spostarci nei fine settimana presso l’ospedale di Bussolengo, poiché il personale di ambulanza terminava il suo servizio alle 13.00 del Sabato.  Fu uno sforzo immane e doloroso perché fummo costretti a trasferirci tutte le notti dalla nostra sede a Sona (piccola ma dotata di tutti i comfort) per andare dapprima in una piccola stanzetta al 2° piano vicino all’ortopedia, per poi trasferirci nella stanza di fronte al centralino, per passare poi in una angusta stanza presso l’attuale astanteria, vicono al PS. L’esperienza durò un paio d’anni. Fu una convivenza difficile con il personale del pronto soccorso, ma il fatto di essere stati per quasi due anni la loro ambulanza nei fine settimana, alla lunga fece nascere l’ottimo rapporto di reciproca stima e fiducia che c’è ad oggi. C’è stato nel frattempo anche un cambio generazionale, che ha visto l’ingresso al PS di giovani preparati e con vedute un po’ più ampie. La nostra convinzione sulla centralità di Sona e la nostra caparbietà alla fine prevalse: l’esperienza a Bussolengo si concluse, lasciandoci comunque tante cose da ricordare….

 

Servizio Operativo Sanitario. Perché questo nome e questo logo ?

Qui passo la palla a Sandro Baldo.. questa materia è competenza tutta sua…

 

Per chiudere, un pensiero….       

Sì… (breve pausa per pensare, ndr). Uno solo…grande…immenso….colmo di gratitudine : a tutti coloro che a vario titolo e in vario modo ci sono stati vicini ed hanno contribuito a far nascere e crescere questo sogno.. A tutti coloro che ci hanno donato tempo, passione, esperienza, professionalità, sostegno economico, amicizia, affetto…Nel mio cuore c’è un posto speciale per tutti. Un pensiero speciale per  una persona : Maria Elena Cinquetti……

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